23 ottobre 2006
posted by dralendina at 1:02 AM
Ieri pomeriggio abbiamo deciso, io e qualche amico, di andare a vedere la mostra al Castello Svevo di Bari "Picasso Illustratore".

Vi sono 100 tavole originali e litografie di Pablo Picasso (1881-1973), tratte dai suoi più importanti ‘libri d’artista’ come Le Metamorphoses di Ovidio (1931), Le chef d’oeuvre inconnu di Honoré de Balzac (1931), l’Histoire naturelle di Buffon (1942), Dos Contes di Reventós (1947), Dans l’atelier de Picasso di Sebartés (1957), stampati dai più rinomati editori d’arte del ‘900, come Ambroise Vollard, Tériade e Albert Skira.
Dall'alto della mia ignoranza ovviamente non avevo idea di cosa narrassero questi testi ed immagino come me molti dei visitatori della mostra.
Era facile capire le litografie riguardo a l’Histoire naturelle di Buffon, ma capire le raffigurazioni di 2 o 3 teste di uomo, o due corpi con sei gambe non era assolutamente comprensibile.
Non l'ombra di una guida e neppure di qualche opuscolo.

Dopo la delusione della mostra io ed i miei amici abbiamo deciso di fare un giro nelle poche stanze aperte del Castello Svevo. La prima in cui ci siamo ritrovati era uno scavo, ed ovviamente ove ci sono voragini (a Bari) ci sono anche rifiuti.
La seconda sala invece era una mostra delle ceramiche rinvenute negli scavi dal settore ovest del castello, le ceramiche erano racchiuse in nicchie in plexiglas sovrastate da cumuli di polvere su cui qualche visitatore ha lasciato un messagio "Ma non vi vergognate?", la migliore risposta è stata l’indifferenza.
La terza sala da noi visitata era la gipsoteca - non la sala d'incisione dei Gipsy Kings - cioè una stanza che raccoglieva molti calchi delle chiese di Bari e provincia.
In ultimo abbiamo visto la mostra fotografica sui paesaggi dell'Iran.

P.S. Anche nel Castello Svevo di Bari ci sono le palme.

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